Ho scritto questa storia perché ho paura di invecchiare. Mia madre una volta mi ha detto:
“Quando in casa compare il termine cataratta, vuol dire che i tuoi genitori sono diventati anziani”.
L’Albero racconta la fine di una vita ordinaria, selezionando alcuni istanti del quotidiano di Anna, ospite in una casa di riposo, di sua figlia Marcella e di Martino, un giovane OSS. L’albero parla della difficoltà di “dare in affido” un anziano, delle contraddizioni del caregiving e soprattutto del dolore dell’anziano stesso, legato all’alienazione e alla perdita di autonomia. Anna vive uno stato di smarrimento continuo, oscillando fra le ingiunzioni di una figlia- madre autoritaria e i vezzeggiativi di operatore zelante ma sconosciuto. L’Albero è la storia di mia nonna. Di come si dice addio a sé stessi. Di chi ogni giorno vede gente guastarsi e di chi non accetta che a guastarsi sia la propria famiglia. Sembra una storia molto triste, invece, come molte storie tristi, è decisamente tragicomica
Altri crediti:
Light design Fabrizio Visconti, Costumi Donatella Cianchetti